domenica 20 settembre 2015

L'arroganza che sfida la normalità.

Se non fosse una provocazione potrebbe anche essere una scena divertente, ma quello che oggi circola sui social network ha trasformato presto lo stupore in rabbia.

Sul litorale tra Giarre e Riposto, campeggia questo 6x3 che celebra il battesimo del piccolo Antonio Felice Rapisarda. Al di là del contesto della festa, definiti da molti, di cattivo gusto, quello che rappresenta uno smacco è la frase "Questa creatura meravigliosa è... cosa nostra!", un chiaro riferimento alla mafia, un pugno in faccia ad una Sicilia che ogni giorno lotta per la legalità e per vedere la sua immagine riabilitata.

Da una più approfondita indagine, viene fuori che il padre del bambino altri non è che Francesco Rapisarda (del resto è scritto sul cartellone) un ex sorvegliato speciale ritenuto vicino a diversi ambienti criminali, coinvolto in numerose indagini per spaccio di stupefacenti, rapina e un tentato omicidio, in pratica un padre modello.
Nella mente degli italiani sono ancora vive le tremende immagini dei funerali del boss dei Casamonica a Roma, la dimostrazione di come la malavita si imponga alla ribalta sotto gli occhi impotenti e forse conniventi di uno Stato assente ed impotente. Una capitale che ha ormai ceduto il controllo ad una mafia che dopo anni di favori e di scambio di voti è venuta a chiedere il conto al Campidoglio.

Siamo anche un paese dove i figli del boss dei Casamonica vengono invitati da Bruno Vespa in prima serata, come a dimostrare alle nuove generazioni che se sei un Mafioso diventi una star, un antieroe da imitare che finisce pure in televisione.
Ed è forse grazie a questa vicenda che oggi i Siciliani, aiutati dalla libertà dei social network, hanno deciso di alzare la testa e di dire "no" a quello che sta per accadere. Il tam tam è stato veloce, e la notizia è finita ben preso sui giornali, e la condanna è stata unanime.
Le uniche informazioni a nostra disposizione sono quelle contenute nel manifesto, ma un occhio attento non perde molto tempo a decodificare il linguaggio utilizzato nel cartellone. Abbiamo la fierezza del capo famiglia che mostra a tutti il suo erede, non preoccupandosi di mostrare sia il volto che il nome e cognome del figlio, abbiamo "artisti" esibiti con tanto di logo delle tv che li hanno ospitati, veri e propri trofei per mostrare la potenza di una famiglia che può permetterti tali ospiti al battesimo del figlio. C'è anche il logo di un'emittente radiofonica (che ha subito smentito la sua partecipazione) che doveva trasmettere in diretta l'evento. Infine troviamo l'offesa definitiva a tutti i Siciliani onesti, se infatti tutto il resto del 6x3 può essere definito come solo il frutto del cattivo gusto, non possiamo dire altrettanto per una frase che con un doppio senso ammicca direttamente a Cosa Nostra e alla mafia.
Un trionfo di arroganza, un manifesto che esula dal messaggio di auguri di due genitori affettuosi, ma è l'ostentazione del potere nei confronti di chi compone il mondo dal quale viene la famiglia Rapisarda, un modo per marcare il territorio attraverso un bambino innocente.

Per fortuna questa volta lo Stato non è rimasto a guardare, sembra infatti che le Forze dell'ordine si siano già messe in moto per capire se si tratterà di un nuovo caso Casamonica, tutto questo grazie anche alla sollecitazione dei cittadini e di alcuni Portavoce del Movimento 5 Stelle che hanno chiesto spiegazioni su quanto stava per accadere.

Forse, come ci auguriamo, si tratta solo del battesimo rovinato da una trovata di cattivo gusto, ma siamo in Sicilia, ed il solo dubbio ci deve imporre di fare luce su tutta la vicenda.

I cittadini oggi hanno un vantaggio, possiedono armi che nei decenni scorsi erano ancora da inventare, ovvero i social network, strumenti che se usati con intelligenza possono unire la società civile contro chi ha reso questa terra una vergogna, ma soprattutto abbiamo quella scia di eroi morti, cavalieri che combattevano in solitaria una guerra che era di tutti, ed oggi noi abbiamo la possibilità di diventare parte di questa battaglia, di essere la sottile linea che difende i principi di onestà, giustizia e bellezza, tre valori cancellati da chi per anni ha fatto della Sicilia il cortile dove coltivare i propri interessi.

Luciano Zaami

martedì 8 settembre 2015

Il paraculismo della Merkel

Una riflessione su quanto accaduto negli ultimi giorni. 


I media acclamano la Germania per aver dato ospitalità ai profughi siriani, scrivendo addirittura che finalmente l'Europa ha deciso di agire davanti a tutto questo orrore. 
Perdonatemi, ma se la Germania fa finalmente un gesto umanitario allora parla a nome dell'Europa? 
Se non sbaglio paesi come Italia, Spagna e Grecia danno accoglienza da almeno 10 anni (e pochi sono) a tutti i profughi che sbarcano sulle coste Europee, ma i nostri appelli di aiuto sono sempre stati ignorati e presi alla leggera. Adesso che i rifugiati cominciano ad entrare via terra e puntano dritti al cuore dell'Europa, il problema è diventato di tutti. 
Germania e Austria, da grandi paracule, vedendosi con le spalle al muro non hanno potuto fare altrimenti, un fiume di gente stava raggiungendo i loro confini, e l'unica cosa da fare era trasformare questa tragedia in una grande operazione mediatica. Alle stazioni abbiamo visto un tifo da olimpiadi, fiumi di gente a battere le mani ed accogliere i profughi con tanto di Inno alla gioia! 
Mi è sembrato un po' eccessivo e irrispettoso nei confronti di chi, come l'Italia, la Sicilia e Lampedusa, da anni affrontano questa emergenza in silenzio, salvando milioni di vite. 
Bravi i Tedeschi a girare la partita a loro favore, ma non si dica che l'Europa ha finalmente deciso di reagire.

In questa vicenda l'Ungheria ne esce con una immagine spezzata, i media europei non hanno perso l'occasione per attaccare Orbàn e il suo partito di destra, ma politicamente l'Ungheria ha fatto quanto dovuto, salvaguardando i confini europei e accogliendo i profughi, mediaticamente non sono stati astuti come i Tedeschi, e su molti aspetti logistici erano completamente (o volutamente) impreparati, ma avevano anche la stampa europea contro. La situazione di stallo che si è avuta alla stazione di Budapest dipendeva dal fatto che i profughi non volevano farsi registrare perché sapevano che secondo gli accordi di Dublino sarebbero dovuti rimanere in Ungheria, per questo si sono creati i disordini, loro volevano andare in Germania e per fare questo dovevano mantenere il loro status di clandestini e puntare a Berlino. Si è accusata l'Ungheria di aver chiuso le frontiere con l'Austria, ma non mi sembra di aver visto gli austriaci implorare che i Siriani arrivassero nel loro paese. Budapest stava semplicemente rispettando le regole, e si stava comportando come ogni paese di frontiera, registrando gli immigrati e portandoli in un centro di accoglienza, esattamente quello che succede in Italia da anni, immaginatevi cosa accadrebbe se da domani lasciassimo liberi gli immigrati di andare a piedi in Germania, staremmo rispettando la loro libertà o li staremmo mandando a morire in una lunga marcia estenuante, contravvenendo anche alle leggi europee?

È anche singolare che i profughi volessero arrivare proprio in Germania, se volevano sfuggire dalla guerra potevano chiedere asilo in qualsiasi paese europeo, invece hanno affrontato una marcia estenuante solo per raggiungere Berlino, ok, i Balcani non saranno uno spasso, ma se vuoi salvare la tua famiglia, cerchi di minimizzare i rischi accampandoti nel primo paese dove regna la pace. 
Infine è interessante il ruolo degli altri paesi Arabi, nessuno accoglie i profughi, nessuno attacca L'Isis o il Governo Siriano, nessuno si adopera per la pace in medioriente. 

Per il resto, in Europa non c'è un problema di immigrazione, ma di integrazione. O variamo un programma serio di accoglienza e integrazione o resteremo sempre a gestire un problema che non si può arrestare. I flussi migratori sono sempre esistiti e sono una ricchezza, basta imparare a gestirli e a non avere paura.

Luciano Zaami