venerdì 17 aprile 2020

Cedesi DNA

A dicembre mi sono regalato un kit sul DNA, uno di quelli che va tanto di moda e che dovrebbe indicarti le tue origini. Il solo fatto che potrebbe rivelare a un razzista di avere antenati “non di razza pura” basterebbe a farlo diventare obbligatorio per tutti.

Comunque, nel mio caso, sono contento di vedere confermato quello che già sapevo.
A fronte di un DNA per il 60,6% Italiano, il resto si divide tra Nord Africa e Medioriente. Non male. Quasi il 40% rappresentato quindi da un’area molto coerente e omogenea, del resto il mio cognome è molto diffuso in Marocco e in famiglia ci vantiamo sempre delle nostre origini. Resta solo quell’1,8% di Scozzese, Irlandese e Gallese, che è la vera sorpresa, forse qualche marinaio sbadato al tempo dei Normanni.

 Finita la parentesi autocelebrativa si apre la questione privacy.
Come è stato più volte sottolineato, se in passato condividere dati personali risultava una violazione della nostra sfera personale, adesso lo facciamo volentieri e spesso paghiamo per poterlo fare.
Il sistema di per se è geniale.
Se Governi o aziende private ci avessero chiesto le foto dei nostri figli ovviamente avremmo rifiutato; invece è da anni che condividiamo ogni aspetto della nostra vita sui social e siamo ben contenti di farlo in cambio di like e della voglia di soddisfare il nostro desiderio di egocentrismo.

Prendiamo ad esempio questo kit del DNA e immaginate per un attimo che il nostro Governo decidesse di fare una mappatura di tutti gli italiani e chiedesse a ognuno un tampone. La levata di scudi sarebbe unanime, si griderebbe alla dittatura e a ogni altro genere di fantasia scaturita da menti attente ma che vivono forse nell'epoca sbagliata. Già anni fa abbiamo assistito alla polemica sulla volontà di inserire le impronte digitali nella carta di identità, una polemica inutile visto che i nostri documenti avevano già ogni genere di informazione sul nostro contro ma soprattutto, ancora più inutile oggi che, utilizzando le nostre impronte per sbloccare gli schermi dei nostri telefoni, stiamo già regalando i nostri dati alle multinazionali.

Comunque, come dicevo, adesso non solo stiamo dando ad aziende sconosciute il nostro DNA ma paghiamo anche per farlo, il che è assurdo se ci pensate.
Chi utilizzerà questi dati e a quali fini? Chi son queste aziende? A chi appartengono? A questo punto non sarebbe più sensato che fossero i Governi a gestire queste informazioni così delicate? Non parliamo dei dati di una carta di credito, ma del DNA, la mappatura dell’essere umano, la cosa in assoluto più importante che ci possa essere.

Di tutte queste domande l’osservazione più incredibile è il fatto di come siano riusciti, cambiando il modello comunicativo, ad avere da noi ogni genere di informazione e a farsi dare pure dei soldi. Altro che pericolose dittature che rischierebbero di far ribellare la gente! Hanno rispolverato il vecchio e sempre valido “panem et circenses” Romano.
Tenete un popolo sazio e divertito e lui farà tutto quello che volete.

A volte il vero male si manifesta nel genio.

Nessun commento:

Posta un commento